Fattori di rischio e industria del cancro

Di fronte all’insorgenza di molte malattie, spesso viene sottolineata l’importanza della predisposizione genetica o la responsabilità individuale nella scelta dello stile di vita, che è sicuramente un fattore importante nella prevenzione dei tumori, ma non è tutto. Per quanto riguarda il cancro al collo dell’utero si possono fare delle riflessioni in merito ai fattori di rischio che la medicina occidentale individua come primari nelle persone affette da HPV, che sono:

– Utilizzo prolungato della pillola anticoncezionale (più di 5 anni continuativi)

– Contemporanea infezione virale da Herpes Simplex genitale

– Numero di figli pari o superiore a 7

– L’abitudine al fumo di sigaretta

– La scarsa igiene

– Stati di immuno depressione (in particolare da HIV)

– Inizio precoce dell’attività sessuale

Quest’ultimo elemento è significativo della colpevolizzazione moralista della persona malata. Immaginiamo che il fattore di rischio “Inizio precoce dell’attività sessuale” sia legato al fatto che è semplicemente maggiore il periodo di anni in cui l’HPV ha tempo di svilppare delle lesioni. Ma questa nostra supposizione non viene confermata dai testi che restano ambigui lasciando chiaramente intendere che un’ “Inizio precoce dell’attività sessuale” è di per sé legato alla malattia. Della serie se ti masturbi diventi cieco. Inoltre, come si può facilmente notare, in questo come in altri casi, i dati ufficiali tralasciano totalmente quelle cause ambientali strettamente correllate alla cultura dell’industrializzato occidente: vivere nelle vicinanze di una raffineria o di un ripetitore è un fattore di rischio? Mangiare carne o altri alimenti imbottiti di pesticidi, antibiotici e ormoni? I pesticidi, l’inquinamento chimico ed elettromagnetico perfino le radazioni con cui entriamo continuamente in contatto come influiscono nell’insorgenza di un cancro? Con quale criterio si decide di indagare come fattore di rischio il numero di figli e non la vicinanza ad una fonte di sostanze nocive? A queste domande purtroppo la medicina occidentale non risponde volentieri, anzi nelle fonti da noi analizzate sembra proprio ignorarle!

Tornando al fenomeno della colpevolizzazione della persona malata, e alla scelta dello stile di vita, è fondamentale riconoscere che le disuguaglianze contano. La classe medica, tendenzialmente classista, razzista e sessita, quando parla dell’importanza dello stile di vita (pericolosità del lavoro, stress, ritmo di vita, comportamenti, alimentazione sana, aria buona, sport, fumo e alcol) non considera il fatto che non tutte-i hanno le stesse possibilità di scelta! Riversano così la colpa della malattia sulla persona, assolvendo parallelamente chi per profitto mette in circolo sostanze tossiche o potenzialmente cancerogene nell’ambiente. Consideriamo dunque la pubblicazione di alcuni “fattori di rischio” qualcosa di fuorviante e mistificante. Ciò non toglie che resta sicuramente fondamentale prendersi cura di sé stesse e del proprio corpo, cercando di svilupparne la conoscenza, l’ascolto, l’empatia e la fiducia nelle sue capacità di guarigione.