Come uscirne?

Per la medicina occidentale non esiste una cura farmacologica contro l’HPV. Se, come abbiamo visto, contro condilomi o altri danni provocati dal virus esistono farmaci in crema o gel, nel caso di individuazione di ceppi ad alto rischio con lesioni CIN2 e CIN3 si interviene con due tipi alternativi di operazioni: la LEEP (escissione o ansa termica) o la conizzazione. Alcuni medici, però, tendono a proporre questi interventi come “preventivi”, anche quando i livelli di displasia sono bassi (CIN1 e CIN2). Come abbiamo già detto, queste displasie lievi o moderate possono essere efficacemente combattute dal nostro sistema immunitario.

A favorire questo naturale processo di guarigione mirano le cosiddette medicine alternative (omeopatia, naturopatia, agopuntura, medicina ayurvedica, antroposofia, ecc.) che propongono cure mirate per i singoli casi calibrate sulla persona specifica, considerandola in una visione olistica. La prospettiva olistica intende l’individuo come un tutt’uno interconnesso in tutti i suoi aspetti fisici, mentali, emotivi, energetici, tenendo anche in cosiderazione le influenze dell’ambiente esterno, al contrario della medicina occidentale che intende il corpo come una macchina formata da diversi “pezzi” da aggiustare o rimuovere quando non sono più funzionali.

Anche nel campo delle medicine alternative bisogna diffidare dei facili metodi “fai da te” che si trovano su internet o altrove! Questi tipi di terapia infatti richiedono visite accurate e un dialogo approfondito sia tra noi e il nostro corpo sia con la persona a cui ne affidiamo la cura. Purtroppo, l’accessibilità a queste cure rimane difficoltosa per molti a causa della diffidenza della medicina “ufficiale”, della difficoltà a reperire nomi di specialisti qualificati e affidabili e anche a causa degli alti costi di visite e farmaci (non coperti dal servizio sanitario nazionale).

La conizzazione è un intervento chirurgico (spesso presentato dai medici come piccolo e semplice) che si esegue in regime ambulatoriale con lo scopo di asportare le lesioni del collo dell’utero evidenziate con la colposcopia e la biopsia cervicale. Con questo intervento si asporta una piccola parte del collo dell’utero (in genere a forma di cono), comprendente il canale cervicale per una parte variabile della sua altezza. L’entità della parte da asportare si stabilisce in base all’estensione delle lesioni rilevate negli esami sopra citati: più le lesioni sono profonde, maggiore sarà la parte asportata. Durante l’intervento possono presentarsi delle complicazioni nel momento in cui il cono sia troppo piccolo o troppo grande. Nel primo caso, è possibile che non vengano asportate completamente tutte le lesioni e che quindi l’intervento vada rifatto. Nel secondo caso, se il cono è troppo grande, è compromesso il funzionamento dell’apparato genitale. Questo significa che in caso di gravidanza vi è un più alto rischio di aborto. Si parla in questo caso di “incompetenza uterina” ovvero il rischio che il collo dell’utero, dopo essere stato operato, non sia più in grado di reggere il peso del feto durante la gravidanza.

La conizzazione provoca anche una compromissione del muco cervicale, che assolve invece a diverse importantissime funzioni: lubrifica il collo dell’utero, protegge gli organi genitali da infezioni e batteri, facilita il passaggio, la sopravvivenza e la capacità fecondante degli spermatozoi e crea una barriera protettiva per il feto durante la gravidanza. Questo intervento in genere viene eseguito con laser (con cauterizzazione
immediata delle ferite) o, più sporadicamente, a lama fredda (asportazione effettuata con bisturi e punti di sutura).

conizzazioneLa LEEP è un intervento chirurgico simile, eseguito però con un’ansa diatermica. Quest’operazione è considerata leggermente meno invasiva.Normalmente è il medico a decidere quale operazione è più appropriata.

leepIn caso di insorgenza di condilomi bisogna stabilirne la natura e la gravità: spesso è possibile risolvere l’infezione con una pomata, ma nei casi più gravi la terapia indicata è il trattamento chirurgico con azoto liquido (criochirurgia).La criochirurgia è l’impiego di basse temperature per distruggere tessuti anomali o malati. Nei casi di cura dei condilomi viene utilizzato l’azoto liquido ad una temperatura di -196°, non viene effettuata anestesia e non lascia cicatrici. I condilomi scompaiono subito dopo il primo intervento, ma è possibile che tornino a manifestarsi rendendo necessario un altrociclo di cure.